Tecar SI, Tecar NO, TECAR BO…
Quando si parla di “fisioterapia e dintorni” sentire parlare di Tecar è tutt’altro che complicato. Per anni centri e studi l’hanno dipinta come panacea per muscoli ed articolazioni, al punto da guadagnarsi il titolo di “must have” per chi si occupa di fisioterapia e riabilitazione. Ma di cosa si tratta? Cosa si intende quando si parla di TECAR?
La TECAR è uno strumento elettromedicale che stimola la produzione di calore in modo endogeno, ovvero a partire dall’interno del corpo. Al contrario di un ferro da stiro, che stimola calore dall’esterno e lo trasmette ai panni da stirare, la tecar produce calore attraverso uno scambio di cariche tra piastra e manipolo (principio del condensatore), apportando benefici descritti dai produttori come riattivazione del sistema circolatorio e aumento dell’efficacia del recupero fisico.
Questi sono i meccanismi sottesi, ma cosa realmente la scienza ci dice sull’efficacia della Tecarterapia? 3 punti per spiegarci bene.
- DIRE LA TECAR NON È EFFICACE È UNA PROPOSIZIONE SBAGLIATA. Negli ultimi 5 anni la letteratura scientifica ha pubblicato articoli che mostrano risultati “incoraggianti” sull’utilizzo della tecarterapia in problematiche cliniche quali distorsione di caviglia, gomito del tennista o spalla dolorosa.
- DIRE LA TECAR È EFFICACE È UNA PROPOSIZIONE ERRATA. Di fatto perché, come detto in precedenza, i risultati degli articoli succitati sono “incoraggianti”, ma non mostrano un alto livello di evidenza. Inoltre, molte volte nel quotidiano viene proposta anche per problematiche per le quali non ha nessun riscontro scientifico, oppure semplicemente non mostra efficacia.
- LA TECAR NON È UN TRATTAMENTO. È uno strumento elettromedicale che aiuta il fisioterapista nel trattamento. Può sembrare un cavillo semantico, ma chiunque abbia fatto tecar in due posti differenti avrà notato delle differenze, talvolta minime, talvolta sostanziali.
In conclusione la Tecar è sicuramente una terapia inflazionata. TECAR PER TUTTI NON HA SENSO, ed in effetti scritta così sembra uno slogan degli anni 60. Il fisioterapista deve essere bravo nel valutare quello di cui il paziente ha bisogno, e nello specifico cucire la terapia sul paziente, non voler incastrare il paziente su una terapia che, come detto, è uno strumento e non un trattamento. Diffida però da chi utilizza le PAROLE “SEMPRE” E “MAI” quando parla di tecar; sta parlando probabilmente più la sua insicurezza che la sua conoscenza.