Siamo o non siamo sistemi meccanici?
“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi”. Rutger Hauer ci regalava così uno dei passi più incredibili della storia del cinema, in un film-culto dove la linea tra umani e macchine è divisa da un sottile test emotivo. In effetti l’accostamento tra uomo e macchina è da sempre un argomento che risveglia sogni e immaginazione di scrittori e lettori di tutte le età. Spesso anche in fisioterapia o in medicina si è portati ad interpretare fenomeni associando il nostro corpo proprio come se fosse un grande modello meccanico.
Ma possiamo veramente interpretare quello che succede al nostro corpo interpretandolo come fosse un sistema meccanico? Che cosa ci differenzia dalle macchine? 3 punti per spiegarci bene.
- SIAMO SISTEMI BIOMECCANICI, NON MECCANICI. Sembra poco ma quel prefisso “bio” cela una differenza sottile ma nodale, perché “bio” sta per VITA. Per spiegarla in breve: se la tua macchina ha una gomma a terra non si ripara da sola. Se ti viene il mal di gola o l’influenza però puoi guarire, magari più lentamente se non prendi farmaci, ma comunque puoi guarire. Siamo vivi, i nostri organi/tessuti reagiscono all’ambiente circostante.
- RISPETTO ALLE MACCHINE CI ADATTIAMO. Avete mai visto una macchina aumentare le proprie prestazioni una volta uscita dal concessionario? La risposta non può che essere no. Eppure tutti oramai sanno di quel ragazzo di Desenzano che attraverso il duro lavoro è riuscito a correre i 100m guadagnando 1 secondo rispetto alle precedenti performance, e vincendo così due ori olimpici. Siamo incredibilmente inclini all’adattamento. Le macchine no.
- NON SEMPRE RISPONDIAMO A LOGICHE LINEARI. Per una calcolatrice 2+2 farà sempre 4. Il corpo umano se ne frega di queste logiche. Il motivo è più semplice di quello che può sembrare: siamo sistemi complessi, molto più complessi di un semplice sistema aritmetico. Provate a pensare al dolore, che è mediato da fattori meccanici, ormonali, emotivi, neurofisiologici, immunitari. E’ davvero difficile semplificare cosa succede nel nostro corpo con una semplice equazione o calcolo rapido.
In conclusione, la meccanica ci da un’interpretazione valida del movimento umano, ma È SOLO LA FETTA DI UNA TORTA PIÙ GRANDE, che vede il nostro corpo come “unità viva”, dotata di sistemi che gli permettono di reagire attivamente agli stimoli esterni.
È opportuno integrare questi concetti di modo che siano utili non solo all’interpretazione di problematiche, ma anche per aiutare e guidare le persone verso un approccio ai propri problemi più consapevole e meno focalizzato solo su una componente del loro problema. Che aspetti a saperne di più?